Nella giornata di ieri, Mark ha pubblicato un lunghissimo ed interessantissimo post in cui prova a raccontare il futuro del social network, e la parola d’ordine è una sola: Privacy!

D’altra parte, negli ultimi anni il social network è stato al centro di una continua serie di scandali e polemiche, ai quali Zuckerberg non ha saputo fornire risposte credibili: quando è esploso il caso di Cambridge Analytica, interrogato al Senato degli USA, Mark balbettava I’m sorry e provava a difendersi dalle responsabilità con un generico we run ads. Nel frattempo, mentre gli utenti venivano continuamente rassicurati, Facebook utilizzava discutibili app per ricerche di marketing, nascondendo sotto il tappeto le implicazioni del caso. Non c’è da stupirsi che nell’ultimo anno gli utenti hanno lasciato in massa il social network.

Ma adesso Mark Zuckerberg sembra aver preso una direzione diametralmente opposta: ma quali saranno le implicazioni per il social network?
Per capirlo, è necessario analizzare almeno alcuni passaggi del lungo post che Mark ha pubblicato, a partire dall’ammissione di colpa:

“Capisco che molte persone non pensino che Facebook possa – o voglia – costruire una piattaforma incentrata sulla privacy – perché francamente non abbiamo una gran reputazione nel realizzare servizi che tutelano la privacy, e siamo sempre stati concentrati su strumenti orientati alla condivisione.
Ammettere i propri errori è sembra un buon punto di partenza, ma non è certo questo che ci convince delle intenzioni di Zuckerberg. Secondo le parole del fondatore, il “nuovo Facebook” sarà costruito su sette principi”.

Zuckerberg spiega che le comunicazioni private diventeranno le fondamenta della nuova piattaforma. Non si tratta tanto di nuove funzioni (o quanto meno non solo quello), ma di un cambio concettuale di paradigma: al centro ci saranno le interazioni interpersonali tra poche persone e piccole comunità che condividono interessi, praticamente l’opposto del newsfeed su cui Facebook si basa attualmente.
Verranno valorizzati i messaggi privati e le storie condivise con pochi intimi e, probabilmente, la bacheca passerà ad essere un elemento accessorio, magari utilizzato da influencer e personalità di spicco per comunicare con i propri fan.

Criptazione e sicurezza

In una piattaforma dove le comunicazioni private sono al centro di tutto, la sicurezza dei messaggi non può che rappresentare un punto focale. Per questo, Zuckerberg dice di voler mettere la criptazione end-to-end al primo posto; non solo perché in questo modo le comunicazioni saranno al sicuro da hacker e governi repressivi, ma perché la criptazione è utile per decentralizzare le informazioni e le relative responsabilità.

Se i messaggi non sono salvati sui server della società (e neanche la stessa Facebook può accedervi), non esiste più un ente centrale che può essere obiettivo di attacchi informatici o richieste illegittime da parte di governi illiberali.
Ovviamente, tutto ciò porta con sé un’enorme quantità di implicazioni: della criptazione non beneficeranno solo i cittadini onesti, ma anche terroristi e criminali. Per questa ragione, Mark spiega che per affrontare queste enormi questioni Facebook collaborerà con esperti di sicuezza e forze dell’ordine, al fine di trovare le soluzioni migliori.

Il newsfeed verrà completamente ripensato, e probabilmente diventerà un elemento accessorio della piattaforma. Verosimilmente, vedremo crescere strumenti di aggregazione basati su interessi comuni, e quel che condividiamo non sarà più pubblico di default: verrà valorizzata la comunicazione verso piccoli gruppi di persone, possibilmente anche con contenuti che si cancellano automaticamente dopo un giorno. D’altra parte, già un anno fa Facebook aveva iniziato a puntare sui gruppi, oltre che sui post di amici intimi e familiari.

Il secondo punto su cui vale la pena riflettere è che probabilmente questo porterà ad un cambiamento radicale nel business model: non si può puntare sulla privacy e vendere pubblicità targettizzata allo stesso tempo. Inoltre, con la perdita di valore del newsfeed, sarà anche più difficile mantenere un modello di monetizzazione basato sulle pubblicità.

L’ipotesi più probabile è che Zuckerberg scommetta su negozi e servizi integrati alla piattaforma, con pagamenti interni a Facebook su cui sarà possibile guadagnare. A tal proposito, il rumor della criptovaluta per WhatsApp assume tutta un’altra luce: con una piattaforma basata sulla compravendita di beni e servizi, avere una valuta interna potrebbe essere un gran punto di forza.
Insomma, ci aspettano anni interessanti sul fronte dei social network. Anche considerando che il più grande social network sembra voler diventare qualcosa di completamente diverso da tutto ciò che abbiamo visto finora.